31 ottobre 2013

Happy NaNoWriMo's Eve!

È giunto il 31 ottobre, e mentre in buona parte del mondo tantissime persone si preparano a indossare i costumi più disparati per celebrare Halloween (o andare a Lucca per il Comics and Games), una sottile atmosfera di orrore e paura avvolge i palinsesti televisivi e le programmazioni dei cinema, e tornano a rivedere la luce alcune delle più agghiaccianti creazioni mai prodotte dalla mente umana…

…tipo questa…

…un manipolo di coraggiosi si preparano ad affrontare quell'insensata, meravigliosa impresa letteraria che va sotto il nome di NaNoWriMo.

Di cosa si tratta? Il National Novel Writing Month è un'annuale maratona letteraria in cui amanti della scrittura (moltissimi dilettanti, ma anche alcuni professionisti) da ogni angolo del globo decidono di affrontare la sfida di scrivere la prima bozza di un romanzo da 50.000 parole nei trenta giorni del mese di novembre (cosa che richiede una media quotidiana di circa 1700 parole scritte).
Non sembra impossibile, a vederla così. Ma vuol dire che, per un intero mese, la pigrizia e la tendenza a procrastinare dovranno essere combattute e sconfitte, il tempo libero sacrificato, gli impegni sociali limati al minimo da parte di persone che, per la maggior parte, non vivono di scrittura e hanno una famiglia, un lavoro, un animale domestico (o un blog!) a cui pensare.
Il NaNoWriMo offre a queste persone una scadenza e un'imponente community impegnata nella stessa attività come volani della creatività, come strumenti per smascherare le scuse ("Se una madre single di Vancouver ce la può fare, perché non posso io?"), per trovare sostegno quando coraggio e autostima scivolano via su una pagina che non vuole saperne di riempirsi, o su un passaggio di una trama che proprio non si riesce a far funzionare.
È un lavoro sporco, certo. Finezze stilistiche e approfondite ricerche devono essere messe da parte per il puro indulgere nel guilty pleasure del raccontare fine a se stesso, di creare una trama con un inizio, uno sviluppo e una fine. L'editor interiore, quella coscienza che ogni scrittore dovrebbe albergare in sé e che svolge una parte indispensabile del lavoro di creazione di un romanzo degno di essere letto (e su cui gli editor di professione lavoreranno volentieri, invece di dare fuoco al manoscritto), deve essere ammanettato, imbavagliato e chiuso a chiave nel sottoscala, perché il risultato possa essere raggiunto. Ma, insomma, ci sono altri 11 mesi dell'anno da spendere rivedendo, riscrivendo, raffinando quel grezzo ammasso di materia narrativa partorito durante novembre, no?
E, dato che qui all'Osservatorio riteniamo che un po' più di tentativi di attività artistica nella vita quotidiana possano solo fare bene, e che Fraulein ha un occhio di riguardo per le imposizioni e l'autodisciplina monacale, quest'anno il vostro Groviglio Prinz affronterà il NaNo, consapevole delle difficoltà, del probabile fallimento, e del fatto che sarà interessante parlarne durante lo svolgimento (e anche dopo).
Quindi, allo scoccare della mezzanotte, quando il velo tra i mondi si farà sottile e gli spettri, i mostri, le creature delle tenebre invaderanno le strade, se sentite un insistente ticchettio provenire da chissà dove, non vi spaventate: è il vostro vicino che ha iniziato a scrivere furiosamente per avere una buona partenza nella sua maratona letteraria.
Forse…

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