È
giunto il 31 ottobre, e mentre in buona parte del mondo tantissime persone si
preparano a indossare i costumi più disparati per celebrare Halloween (o andare
a Lucca per il Comics and Games), una sottile atmosfera di orrore e paura avvolge
i palinsesti televisivi e le programmazioni dei cinema, e tornano a rivedere la
luce alcune delle più agghiaccianti creazioni mai prodotte dalla mente umana…
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…un
manipolo di coraggiosi si preparano ad affrontare quell'insensata, meravigliosa
impresa letteraria che va sotto il nome di NaNoWriMo.
Di
cosa si tratta? Il National Novel Writing Month è un'annuale maratona letteraria in cui amanti della scrittura
(moltissimi dilettanti, ma anche alcuni professionisti) da ogni angolo del
globo decidono di affrontare la sfida di scrivere la prima bozza di un romanzo
da 50.000 parole nei trenta giorni del mese di novembre (cosa che richiede una
media quotidiana di circa 1700 parole scritte).
Non sembra
impossibile, a vederla così. Ma vuol dire che, per un intero mese, la pigrizia
e la tendenza a procrastinare dovranno essere combattute e sconfitte, il tempo
libero sacrificato, gli impegni sociali limati al minimo da parte di persone
che, per la maggior parte, non vivono di scrittura e hanno una famiglia, un
lavoro, un animale domestico (o un blog!) a cui pensare.
Il NaNoWriMo
offre a queste persone una scadenza e un'imponente community impegnata nella
stessa attività come volani della creatività, come strumenti per smascherare le
scuse ("Se una madre single di Vancouver ce la può fare, perché non posso
io?"), per trovare sostegno quando coraggio e autostima scivolano via su
una pagina che non vuole saperne di riempirsi, o su un passaggio di una trama
che proprio non si riesce a far funzionare.
È un
lavoro sporco, certo. Finezze stilistiche e approfondite ricerche devono essere
messe da parte per il puro indulgere nel guilty
pleasure del raccontare fine a se stesso, di creare una trama con un
inizio, uno sviluppo e una fine. L'editor interiore, quella coscienza che ogni
scrittore dovrebbe albergare in sé e che svolge una parte indispensabile del lavoro
di creazione di un romanzo degno di essere letto (e su cui gli editor di
professione lavoreranno volentieri, invece di dare fuoco al manoscritto), deve
essere ammanettato, imbavagliato e chiuso a chiave nel sottoscala, perché il
risultato possa essere raggiunto. Ma, insomma, ci sono altri 11 mesi dell'anno da
spendere rivedendo, riscrivendo, raffinando quel grezzo ammasso di materia
narrativa partorito durante novembre, no?
E,
dato che qui all'Osservatorio riteniamo che un po' più di tentativi di attività
artistica nella vita quotidiana possano solo fare bene, e che Fraulein ha un
occhio di riguardo per le imposizioni e l'autodisciplina monacale, quest'anno
il vostro Groviglio Prinz affronterà il NaNo, consapevole delle difficoltà, del
probabile fallimento, e del fatto che sarà interessante parlarne durante lo
svolgimento (e anche dopo).
Quindi,
allo scoccare della mezzanotte, quando il velo tra i mondi si farà sottile e
gli spettri, i mostri, le creature delle tenebre invaderanno le strade, se
sentite un insistente ticchettio provenire da chissà dove, non vi spaventate: è
il vostro vicino che ha iniziato a scrivere furiosamente per avere una buona
partenza nella sua maratona letteraria.
Forse…
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